L’ISTAT ha rilasciato il “Rapporto sulla competitività dei settori produttivi – Edizione 2025” nel quale evidenzia le fragilità e le opportunità che emergono dall’andamento dell’import export. Vengono esposti dati relativi ai settori merceologici maggiormente esposti alla variabilità delle esportazioni e delle importazioni.
Ne citiamo alcuni estratti e rimandiamo per la consultazione del documento completo al sito dell’Istituto Nazionale di Statistica
(dall’introduzione)
“…
Negli anni recenti la struttura, i comportamenti e la performance delle imprese italiane
sono stati sollecitati in misura senza precedenti da un insieme di eventi globali in rapida
successione, scaturiti dalla pandemia di Covid-19, dall’invasione dell’Ucraina da parte della
Russia e dalla recessione della Germania.
…
in occasione della pandemia sono apparse
evidenti le difficoltà legate all’esigenza di disporre con rapidità di beni essenziali quali me-
dicinali e dispositivi medici specifici; la successiva ripresa delle attività internazionali – con
le conseguenti strozzature nelle filiere di produzione mondiali – ha fatto emergere criticità
nell’approvvigionamento di beni intermedi dall’estero; la crisi energetica seguita all’inva-
sione russa dell’Ucraina ha attirato l’attenzione sui rischi dell’eccessiva concentrazione
geografica nella dipendenza da determinate materie prime
…
Infine, altri avvenimenti hanno fatto emergere nuove potenziali criticità anche dal lato
della domanda. Il riferimento è in primo luogo ai due anni consecutivi di recessione della
Germania, che hanno penalizzato la crescita economica europea e del nostro paese. In
secondo luogo, negli ultimi mesi, il brusco cambiamento nell’orientamento della politica
commerciale statunitense, con l’annuncio dell’imposizione di dazi su ampie categorie di
prodotti e nei confronti di un’ampia platea di paesi, minaccia di ridimensionare notevolmen-
te gli scambi mondiali, almeno nel breve periodo.
In questa fase, una guerra commerciale globale potrebbe avere effetti negativi rilevanti,
poiché coglierebbe l’Unione europea in una posizione più vulnerabile, a causa di un’aper-
tura commerciale quadrupla rispetto a quella degli Stati Uniti e più che doppia di quella
cinese. A ciò si somma un ulteriore elemento di difficoltà: il mercato unico europeo, nono-
stante gli evidenti progressi di integrazione, presenta tuttora notevoli rigidità (soprattutto a
confronto con quello statunitense) che si manifestano in significative barriere non tariffarie
agli scambi interni, in particolare nei servizi. Appare dunque difficile, almeno nel breve pe-
riodo, immaginare la possibilità di compensare le restrizioni dei flussi sui mercati extra-UE
con la domanda interna UE.
…
Per l’Italia questi cambiamenti rivestono una importanza considerevole, perché negli
ultimi quindici anni la crescita del nostro sistema produttivo è stata sostenuta prevalente-
mente dalla domanda estera, a fronte di una domanda interna debole o stagnante. Negli
ultimi anni, in particolare, l’Italia ha orientato i propri flussi di export verso i mercati extra-
UE, soprattutto quello statunitense.
…
Gli elementi di vulnerabilità riscontrati, tuttavia, coinvolgono un numero relativamente
contenuto di imprese.
…
Ne deriva un quadro caratterizzato da un sistema produttivo dalla vulnerabilità limitata,
con un numero molto ridotto di unità vulnerabili alla domanda estera e ancor più all’offer-
ta. Sotto il profilo geografico, dal lato dell’export emerge, con riferimento al 2022 (ultimo
anno disponibile per questo tipo di analisi), una più diffusa vulnerabilità nei confronti della
domanda proveniente dagli Stati Uniti, seguita da quella tedesca. Le imprese vulnerabili nei
confronti degli Stati Uniti vi esportano prevalentemente prodotti farmaceutici e meccanici
(turboreattori e turbopropulsori), gioielleria, generi alimentari (vini e oli); verso la Germania
le vendite delle unità vulnerabili riguardano soprattutto parti di autoveicoli, beni energetici
(gas), materiale elettrico (fili e cavi), prodotti in metallo (quali viti e bulloni) e lavori in allu-
minio (barre e profilati).
…
In un’ottica di filiera, resa possibile dalle informazioni del Censimento permanente delle
imprese, le filiere produttive con maggiore incidenza di unità vulnerabili all’export sono
quelle dei Preziosi, dei Contenuti audio e audiovisivi, delle Apparecchiature elettriche o
elettroniche a uso domestico, mentre le vulnerabili all’import caratterizzano soprattutto
(con percentuali comunque esigue), le filiere del Trasporto aereo e di quello marittimo. Ai
fini di una valutazione delle ripercussioni sul sistema produttivo, tuttavia, oltre alla quota
di imprese vulnerabili è rilevante anche il peso di queste ultime sugli scambi delle filiere
coinvolte, nonché il peso delle filiere stesse su export e import della manifattura. Su tali
basi, la filiera dei Mezzi di trasporto su gomma appare come quella che più di altre può con-
dizionare la vulnerabilità complessiva del sistema produttivo alla domanda estera, mentre
quella dell’Energia, per le sue caratteristiche di trasversalità e di rilevanza, presenta mag-
giori rischi dal lato dell’approvvigionamento.
Un’analisi territoriale (basata sulle unità locali delle imprese) rivela infine come anche
sul piano regionale la vulnerabilità sia estremamente limitata, sia nei confronti della doman-
da estera sia, in misura ancora più accentuata, verso l’offerta, con un impatto differenziato
9Introduzione e sintesi
tra le diverse regioni: nel primo caso, dalle esportazioni vulnerabili dipende poco meno
di un quinto del fatturato complessivo del Friuli-Venezia Giulia, del Veneto e dell’Emilia-
Romagna, sebbene la quota di export vulnerabile, in queste regioni, sia inferiore alla media
nazionale. Dal lato dell’import, sebbene in nessuna regione l’incidenza di unità locali vulne-
rabili raggiunga l’uno per cento, in alcuni casi gli acquisti di materie prime e beni intermedi
dipendono in misura non trascurabile da importazioni vulnerabili, come avviene per la Sici-
lia, la Lombardia e in particolare per la Sardegna
…
In conclusione, a fronte della positiva performance dell’Italia sui mercati internazionali –
nel 2024 si sono registrati record nell’avanzo commerciale al netto dei prodotti energetici e
nel valore dell’export extra-UE, nonché una sostanziale tenuta della quota di mercato dell’I-
talia sul commercio mondiale – si osservano alcuni elementi di vulnerabilità che potrebbero
essere amplificati dagli eventi in corso. Il principale è rappresentato dalla dipendenza dalle
reti di produzione internazionale, che negli scorsi decenni aveva fornito un contribuito de-
terminante alla crescita economica.”